Aumenta il prezzo del grano. Ma i produttori non guadagnano

Aumenta il prezzo del grano. Ma i produttori non guadagnano
di autore Redazione - Pubblicato: 14-09-2021 00:00

ECONOMIA - Confagricoltura Frosinone: "Siamo tornati ai livelli del 2007, con un costo di 45 euro al quintale. I margini per gli agricoltori, però, sono sempre gli stessi"

Vola alto il prezzo del grano duro che si assesta sui 45 euro al quintale, livelli che non si raggiungevano dal 2007. Una notizia di per se positiva per i produttori ciociari che potrebbero finalmente vedere premiati i propri sforzi e ripagati gli investimenti. Ma non è tutto oro quel che luccica, anzi.


Secondo Confagricoltura Frosinone, infatti, occorre ragionare all’interno di un più generalizzato aumento dei prezzi delle materie prime a cui vanno aggiunti i costi sempre maggiori della logistica, sia nazionale che internazionale, che incide sui prezzi di sementi e concimi, elevando i costi di produzione e, quindi, riducendo per gli agricoltori i margini di guadagno.


C’è da fare molta attenzione all’attuale situazione sui mercati e la quotazione del grano duro. “Quest'anno – sottolinea Fabio Corsi, vice presidente dell’organizzazione e produttore cerealicolo – ci sarà sicuramente qualcuno che otterrà lauti guadagni con il grano e tutti gli altri cereali, ma purtroppo la giostra è sempre la stessa: i prezzi alti invoglieranno molti agricoltori ad investire per le prossime semine con la certezza degli aumenti delle sementi e concimi e con molta incertezza sul prezzo che sará alla raccolta”.


Le forti oscillazioni delle commodities, infatti, creano incertezza non solo tra gli agricoltori ma in tutta la filiera ed è per questo che da tempo la Confagricoltura Frosinone chiede che sia garantito un prezzo minimo che permetta di mantenere costanti le produzioni, invitando altresì i consumatori a preferire prodotti locali. La certezza di un raccolto nazionale è anche garanzia dei prezzi e qualitá per il consumatore.


In Europa, in particolare Spagna, Francia e Turchia si è prodotto meno grano, ma quello che è accaduto dall’altra parte dell’oceano era imprevedibile ed è ciò che sta portando ad apprezzare il grano sui mercati locali e internazionali. In Canada e negli Stati Uniti la forte siccità ha compromesso il raccolto facendo risalire i costi.


Il presidente dell’organizzazione agricola Vincenzo del Greco Spezza ammonisce: “Agli occhi del pubblico gli agricoltori sono quelli che stanno facendo cassa, ma nulla è più lontano dalla realtà. Dai nostri osservatori rileviamo che già a fine agosto oltre il 90% del grano in Italia è in mano a commercianti o trasformatori che, grazie alle continue speculazioni al ribasso, viene da questi acquistato ad un prezzo inferiore a quello riportato sui listini delle borse merci. Gli agricoltori spesso si trovano nella necessità di dover vendere ma in generale investono poco o nulla sugli stoccaggi”.

Continua il Presidente “noi come organizzazione agricola abbiamo attivato un servizio di monitoraggio dei prezzi di scambio delle principali borse merci per assistere al meglio le nostre aziende associate e guidarle verso una più consapevole commercializzazione delle loro produzioni. Per ora il mercato sta avendo un andamento positivo ma il nostro impegno a sostegno della cerealicoltura ciociara sarà tesa a chiedere a gran voce la necessaria stabilità dei mercati”.





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