Campagna vaccinale allo sprint finale: ora convincere gli indecisi

Campagna vaccinale allo sprint finale: ora convincere gli indecisi

RUBRICHE - Con l’inizio del mese di settembre si punta a raggiungere una copertura di circa l’80% della popolazione adulta e giovane immunizzata. L'approfondimento di Angelo Franchitto

<strong>Angelo Franchitto<br></strong>
Angelo Franchitto

Conoscere è il vero vaccino

Con l’inizio del mese di settembre, la campagna vaccinale punta a raggiungere una copertura di circa l’80% della popolazione adulta e giovane immunizzata. La speranza è quella di vivere i mesi dell’autunno e dell’inverno senza le preoccupazioni delle ondate che, nel 2020 e nel 2021, hanno provocato tante morti, ma anche la saturazione degli ospedali. Il problema è che quando gli ospedali finiscono sotto pressione, non c’è possibilità di occuparsi delle altre richieste. Per esempio, il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, racconta di come, parlando con un paziente oncologico, questo gli ha detto che non ha la possibilità di essere operato perché le terapie intensive cominciano di nuovo a essere occupate dai malati di Covid.

Si tratta di un’affermazione che da grande dolore a livello umano. Ma c’è anche tanta rabbia se pensiamo che, nel 95% dei casi i ricoverati per Covid in terapia intensiva sono tutti non vaccinati. Perciò, sicuramente un messaggio che deve arrivare ora che siamo allo sprint finale, è proprio questo. Cioè, tutti coloro che non hanno ancora fatto il vaccino, sono invitati a riflettere sul fatto che, non vaccinandosi sono proprio loro a mettere a rischio la vita di altri cittadini. Un modo per ragionare sulla necessità, proprio oggi di fare il vaccino. Il sottosegretario invita tutti i cittadini a mettersi una mano sulla coscienza e a pensare che tutti dobbiamo fare qualcosa per il bene comune.

La vaccinazione di massa serve a proteggere sé stessi e gli altri. Soprattutto è un aiuto importante per uscire definitivamente dalla pandemia. Inoltre, dire che siamo allo sprint finale è un’affermazione per sottolineare come, entro fine settembre abbiamo il compito di puntare a immunizzare l’80% dei soggetti vaccinabili, quelli dai 12 anni in su, ma dobbiamo anche convincere i milioni di italiani che ancora mancano all’appello. Si tratta di tanti nostri concittadini che, secondo il sottosegretario alla salute, nella maggior parte dei casi non sono dei No vax, ma gente che semplicemente non si fida e che ha paura. Dunque stiamo parlando di persone alle quali bisogna arrivare dando prova del fatto che possono stare tranquilli e che il vaccino funziona.

Riuscire a convincere in poche settimane tutti gli indecisi non è semplice. Bisognerà certamente puntare a rifornire di più le farmacie e i medici di famiglia. Questa è la proposta per incoraggiare gli italiani e convincerli che il vaccino è la cosa migliore da fare. Ma, per cercare di realizzare questa strategia bisogna fornire farmacie e medici di famiglia con molti più vaccini. Infatti, parliamo di una strategia che potrebbe rivelarsi presto vincente perché una parola del medico di base o del farmacista sotto casa è più efficace di qualunque testimonial. Con questo cambiamento, si chiude l’era dei grandi hub.

Allo stesso tempo, adesso deve iniziare un percorso di capillarizzazione. Certamente, questo è qualcosa che in effetti accade già. Per esempio, abbiamo il caso della Puglia, dove i vaccini vengono portati a casa della gente. Questa è anche un po’ l’idea che il sottosegretario Andrea Costa vuole esportare a livello nazionale. Un’altra esperienza è anche quella di chi ha iniziato a vaccinare i ragazzi nelle scuole. Si tratta di un’operazione sicura. Infatti, il vaccino Pfizer ha ottenuto il via libera definitivo dalla Fda. Ormai è a ti gli effetti un vaccino testato, approvato e sicuro. Non bisogna avere alcuna paura. Ma se esistono già tutte queste esperienze, perché allora non rendere il vaccino obbligatorio?

Sicuramente questa non è la strada principale che intende perseguire il governo italiano. Piuttosto si pensa ad allargare il più possibile il green pass. Infatti, basti pensare agli uffici pubblici, o che torniamo piano piano al lavoro in presenza, anche per assicurare i servizi ai cittadini. Questo significa che per metà settembre il Parlamento dovrebbe riuscire ad approvare il prolungamento della validità del green pass fino a 12 mesi. Poi, prima l’Ema quindi l’Aifa diranno una parola definitiva sulla necessità o meno della terza dose. Per quanto riguarda la possibilità di una quarta ondata in autunno, diciamo che le possibilità sono basse grazie ai vaccini fatti e all’arrivo, per fine novembre, di un vaccino Pfizer anche per gli under 12. Insomma, il lavoro per tutelare la salute di tutti va avanti. Sicuramente l’Italia ha fatto e continuerà a fare tutto il possibile perché si riprenda presto una vita che sia più normale possibile.

Ma è importante il comportamento corretto di tutti. In estate avremmo potuto evitare i tanti balli fuori controllo che attirano i giovani in vacanza, ma non aiutano assolutamente la situazione dei nuovi contagi, che sono favoriti da queste situazioni. L’utilizzo del green pass e i tamponi aiutano a scoprire i nuovi positivi, anche asintomatici in giro. Insomma sono un aiuto a tenere la circolazione del virus sotto controllo. Cerchiamo almeno di essere più attenti possibili per quest’inverno. Come lo scorso anno, vivremo l’aumento dei casi e la maggiore circolazione del Covid tra la popolazione. Ma, la speranza è che questa volta, il vaccino faccia da scudo e protegga dalle situazioni più gravi di malattia. Soprattutto, speriamo di avere poca pressione nei nostri ospedali.





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