Dal teatro alla vita quotidiana: quante Coppélie si spacciano per problemi?

Dal teatro alla vita quotidiana: quante Coppélie si spacciano per problemi?

RUBRICHE - Il nostro omaggio "particolare" a Carla Fracci. Vanessa Carnevale ricorda la maestra parlando del celebre balletto Coppélia, portato in scena per l’American Ballet Theatre

<strong>Vanessa Carnevale</strong>
Vanessa Carnevale

“Metti da parte il libro, la tradizione, l'autorità, e prendi la strada per scoprire te stesso.”
Jiddu Krishnamurti

Sono già passate diverse settimane dal lutto della maestra Carla Fracci ed in molti (me compresa) continuano ad imbattersi nelle sue foto, a rileggere le ultime interviste o a guardare in televisione uno dei suoi meravigliosi spettacoli.

Questa donna, emblema della semplicità e della delicatezza, non può che essere paragonata ad una lucciola: creatura minuscola ma capace di sprigionare una luce meravigliosa, per nulla adatta al caos della città (dove tutto è frenetico ed in continuo divenire) ma al verde delle campagne (dove risiede la semplicità e la quiete), con due ali che le permettono di guardare il mondo da un’altra prospettiva (un po’ come il suo modo di danzare, che la rendeva eterea).

L’abbiamo vista esibirsi nei teatri delle più illustri città ed in quelli di paesi dimenticati dal mondo, umile nonostante la fama, donna straordinaria e magnetica, nonché artista di grande spessore. Quest’oggi vorrei omaggiare la maestra parlando del celebre balletto Coppélia, portato in scena per l’American Ballet Theatre (una delle compagnie di punta della danza nel mondo,
con sede a New York), provando a rileggere l’opera in chiave psicologica: ci troviamo in un
piccolo villaggio della Galizia ed un giovanotto di nome Franz si innamora di una fanciulla
intenta a leggere un libro, tale ragazza si pensa sia la figlia di Coppélius (noto mago/fabbricante della città) e questa situazione porta inevitabilmente ad una reazione di gelosia da parte di Swanilda, la fidanzata di Franz.

Sarà proprio quest’ultima ad intrufolarsi nella casa del mago e a scoprire che Coppélia altri non è che una bambola meccanica. Successivamente anche Franz entrerà nella casa per dichiararle il suo amore, ma cadrà nel tranello dell'inventore che vorrebbe trasferire la vita di Franz alla sua bambola, per darle vita.


Sarà la giovane Swanilda a salvare il fidanzato e a raccontare la verità dei fatti, per poi
sposarsi con l’amato. A cosa pensiamo leggendo questa storia? Riusciamo a cogliere un
briciolo di realtà, nonostante sia una vicenda del tutto inventata?

Ebbene io sono del parere che Coppélia incarni qualsiasi ostacolo capace di renderci insicuri e fragili, quando in realtà siamo noi a dargli un’importanza che non merita (si può essere gelosi di una bambola?) e qualsiasi persona che crediamo perfetta ma che in realtà è totalmente priva di personalità (un balocco è bello, ma niente di più), così come il mago Coppélius veste i panni di tutti coloro che vorrebbero cambiarci, delle persone che si nutrono delle nostre energie per
alimentare il loro ego (pensiamo alla vita di Franz, utilizzata per dar vita alla bombola) e che
godono delle nostre disgrazie, portandoci allo sfinimento e manipolandoci.

Questo racconto mi piace perché finalmente l’eroina è una donna, perché il cattivo altri non è che un approfittatore e perché è molto vicino alla quotidianità. Grazie per questa riflessione
maestra, ovunque lei sia.





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