Referendum sul fine vita: raccolta firme a Cassino

Referendum sul fine vita: raccolta firme a Cassino
di autore Redazione - Pubblicato: 25-06-2021 00:00

L'INIZIATIVA -  L'Associazione "Luca Coscioni" intende abrogare l'articolo 580 del codice penale. Ecco perchè. Parla l'avvocato Michela Del Vecchio

Dall’Avv. Michela del Vecchio, referente territoriale dell’Ass. Luca Coscioni, riceviamo e pubblichiamo

Vi racconto la storia di Samantha D’Incà, 30 anni, da dicembre 2020 in stato vegetativo con decisione da parte del giudice tutelare di suo affidamento ad una struttura di Vitipeno dopo che il padre ha intrapreso una battaglia anche legale perché la stessa, cui era stata diagnosticata l’irreversibilità delle sue condizioni cliniche, potesse smettere di soffrire.

La legge del 22 dicembre 2017 n. 219 è chiara: se non c’è indicazione da parte del paziente, subentra il giudice tutelare che deciderà collaborando con i familiari, la procura e l’azienda sanitaria. Nel caso di Samantha il giudice si è rivolto ad un medico il cui parere è stato favorevole ad una riabilitazione che “potrebbe portare a dei miglioramenti” ed ha ritenuto di tentare questa strada. Sono mesi che Samantha è in stato vegetativo, è giovane ed aveva un vita luminosa e piena di progetti.

La strada scelta dal giudice tutelare non le restituisce quella vita né i miglioramenti che il medico – consulente del giudice - auspica possano raggiungersi, possono restituirle la dignità di quella vita. Certo, in questo caso – come nei casi di Daniela, Mario e tanti altri – si scontrano due principi fondamentali e apparentemente inconciliabili: il diritto all’autodeterminazione e l’indisponibilità della vita. Medicina e tecnologia stanno facendo passi da gigante ed è quindi possibile far sopravvivere persone che fino a qualche anno fa sarebbero state condannate ad una morte rapida ma una cosa deve essere chiara: ciascuno può scegliere per sé.

Può lasciare testamento biologico (tecnicamente DAT) o può liberamente decidere di por fine alle sofferenze se si trova in una delle condizioni indicate dalla Corte Costituzionale con sentenza 242 del 2019 ovvero a) è affetto da patologia irreversibile, b) tale condizione è fonte di sofferenze fisiche e biologiche ritenute intollerabili ed c) è tenuto in vita da sostegni vitali. Non meno importante chi compie una tale scelta deve essere capace di prendere decisioni libere e consapevoli. In tali condizioni non è escluso un intervento che rispetti il diritto di libera determinazione dell’individuo. E’ proprio la Corte Costituzionale con la sentenza citata ha spronare il legislatore a sciogliere nodi irrisolti nella Legge 219/17 in coerenza con gli articolo della nostra Carta Costituzionale e della Carta Europea dei Diritti dell’Uomo, adottando così una normativa sul fine vita che sia finalmente completa.

L’Associazione Luca Coscioni sta combattendo molte battaglie su questo tema e l’ultima, proprio per indurre il legislatore a dare attuazione a quanto stabilito dalla Corte Costituzionale, è il referendum per la modifica dell’art. 580 del codice penale, già sottoscritto da molti esponenti parlamentari, affinchè ciascuno sia libero di decidere fino alla fine come già accade in altri paesi.

La raccolta delle firme per il referendum partirà dal giorno 30 giugno con la sottoscrizione di un modulo a tal fine predisposto e vidimato: firme che potranno essere autenticate dall’Avv. Michela del Vecchio (referente territoriale dell’Ass. Luca Coscioni) o recandosi presso il Comune ove un funzionario procederà alla raccolta della firma. Per ulteriori informazioni o se si intende divenire attivisti della campagna referendaria che si chiuderà il 30 settembre si può consultare il sito www.associazionelucacoscioni.it e visitare lo spazio referendum: per essere liberi di scegliere fino alla fine.





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