Truffe online a Pico e a Pontecorvo

Truffe online a Pico e a Pontecorvo
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 11-06-2021 00:00

TERRITORIO - Tremila euro per un autocarro, 510 euro per un play station e 460 per un telefono: i giovani ciociari versano le somme ma la merce non arriva mai a destinazione

I carabinieri della Compagnia di Pontecorvo hanno denunciato in stato di libertà per “truffa in concorso” due giovani, un 23enne ed un 27enne, entrambi residenti nella provincia di Taranto e già censiti per reati contro il patrimonio.  I predetti, mediante la pubblicazione di un annuncio per la vendita di una play-station 5 sul profilo Instagram, inducevano la vittima, un giovane residente a Pontecorvo, a versare la somma di euro 510 su un conto corrente intestato ad uno di essi, senza mai ricevere la merce.

I militari hanno inoltre denunciato in stato di libertà per “truffa” un 27enne residente nella provincia di Salerno, già censito per reati contro il patrimonio ed in materia di stupefacenti: dalle verifiche svolte a seguito della denuncia formalizzata da una 39enne del luogo, è emerso che la stessa, dopo aver visionato sul sito “Subito.it” un annuncio circa la vendita di un telefono cellulare, versava la somma di euro 460 in favore dell’indagato, ricevendo però un pacco contenente solo sassi e polistirolo.

Infine a Pico, i militari della locale Stazione, al termine di attività investigativa avviata dopo la denuncia formalizzata da un 46enne del luogo, hanno deferito in stato di libertà per “truffa” un 39enne residente nella provincia di Lecce. Dalle verifiche scolte dai militari operanti è emerso che l’indagato, in qualità di legale rappresentante di una società, previa pubblicazione su un portale internet di un annuncio per la vendita di un autocarro al prezzo di euro 13.000, induceva la vittima a versare come acconto, mediante due distinti bonifici, l’importo di euro 3.000 su un conto corrente intestato alla citata società. Una volta intascata la somma il 39enne oltre a non consegnare il mezzo che nel frattempo era stato  venduto ad una terza persona estranea ai fatti, ometteva anche di restituire l’anticipo ricevuto.





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