"Quattro passi in Ciociaria" - Tempo di tramonti

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RUBRICHE - In viaggio con Giulia Zaccardelli nell'incantevole castello di Roccasecca

<strong>Giulia Zaccardelli</strong>
Giulia Zaccardelli

La natura come fonte inesauribile di conoscenza. Che è piacere. Che è conoscenza.

I Litfiba cantano “Aspettiamo l’aurora quando i più bei frutti saranno di tutti”, ma anche il tramonto sa fare doni gustosi a chi sa coglierli.

E allora il regalo di oggi è un tramonto al castello di Roccasecca.

Ci affacciamo sulla città da monte Asprano, dove sorgono le antiche vestigia di un castello ormai a pezzi, vecchie pietre che raccontano una storia di potere, mentre vengono illuminate dalla luce di un sole decadente.

La strada per raggiungere il castello attraversa un paesaggio che esplode di colori: le sfumature verdi delle piante, illuminate dal sole, sono arricchite dal viola della valeriana rossa.

Le case del paese appaiono sullo sfondo, macchie lontane che impreziosiscono la vista.

La Chiesa di San Tommaso, presidiata da un’alta torre, ci attende prima di andare alla scoperta del castello.

Si affaccia sul panorama sottostante, con le montagne che dipingono un confine chiaro. I ruderi sono alle nostre spalle, e c’è una scalinata in legno incompiuta che ci guida alla scoperta del luogo. Archi, pietre, mura divelte: la storia semina indizi, ed attende che qualcuno la narri.

Il castello nasce tra il IX e il XII secolo, con lo scopo di riunire tutti gli abitanti sparsi nelle campagne sottostanti. Un muro di cinta contorna il perimetro del castello, difeso da una torre di vedetta, e all’interno ospita le case di cui ora restano ben poche tracce.

Il castello è una realtà produttiva, non solo abitativa, e oltre alla coltivazione dei campi, si trasformano anche le materie prime. Nascono laboratori di artigiani che vendono la propria professionalità. Il fenomeno si chiama incastellamento.

Nel 994 l’abate di Montecassino Mansone lo impiega per difendere il monastero, e lo assegna alla gestione dei conti d’Aquino. Due anni dopo, con un attentato, l’abate viene accecato e il conte Atenolfo d’Aquino occupa il castello. È tanta la rivalità tra Montecassino, Roccasecca ed Aquino, e ciascuno tenta di primeggiare sull’altro. Nel 1224 vi nasce san Tommaso d’Aquino, che viene fatto prigioniero nella torre perché la famiglia non vuole che sia un prete domenicano.

Da un arco su un muro è possibile ammirare il panorama che si apre oltre: montagne che si estendono per chilometri, e di cui noi possiamo avere appena un assaggio.

Il tramonto è alle nostre spalle. Dobbiamo voltarci verso la valle per ammirare il sole che incendia il cielo, e si rispecchia nei colori sfolgoranti della vegetazione che assiste quotidianamente a questo spettacolo.

Quando penso di essere gentile con me stessa, mi viene in mente questo: trovare il tempo per regalarmi il tempo nella quotidianità.





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