Green pass e non solo, tra i giovani cresce il desiderio del vaccino

Green pass e non solo, tra i giovani cresce il desiderio del vaccino

RUBRICHE - Ottimi i dati sulla protezione della popolazione, ma si inizia a ragionare sulla necessità di una terza dose per il siero anti Covid. L'approfondimento di Angelo Franchitto

Angelo Franchitto<br>
Angelo Franchitto

Conoscere è il vero vaccino

In questo periodo stiamo assistendo a un incremento della campagna vaccinale. Questo è dovuto all’arrivo dei dei vaccini, ma anche grazie al fenomeno degli Open Day vaccinali. Sicuramente anche l’età dei vaccinandi incide. Infatti, gli under 60 dimostrano un forte desiderio di volersi vaccinare. Questo è, almeno in questo momento, quanto i dati delle coperture ci dicono.

Per quanto riguarda gli aumenti di questi giorni, le iniezioni sono fatte soprattutto alle classi di età dei quarantenni e dei cinquantenni. Ancora più importanti sono i dati che vengono raccolti dagli open day per chi è ancora più giovane. Infatti, durante i weekend organizzati nel Lazio, e che riguardano trentenni e quarantenni, parliamo di una richiesta di somministrazioni veramente importante. Un successo legato sicuramente alla disponibilità dei più giovani a vaccinarsi e alla loro possibilità di muoversi per raggiungere gli hub in maniera autonoma. Ma una motivazione importante potrebbe essere anche il desiderio dei più giovani di ottenere il green pass in vista dell’estate.

Proprio questo può incidere sull’aumento significativo delle richieste di vaccinazione nei weekend, proprio in corrispondenza degli Open Day. Ma nel mese di giugno iniziamo a pensare a tutti coloro che hanno fatto già il vaccino nei mesi di dicembre e gennaio. Infatti, esiste la possibilità che ci sia bisogno di un richiamo in futuro. Anche se non sappiamo in realtà se avremo bisogno di farlo. Infatti, sembra che i vaccini ci stiano dando una protezione eccezionale.

Una buona notizia che arriva dall’Europa e dal Regno Unito, e in questi giorni sono usciti anche i nuovi dati, reali, che riguardano Oxford-AstraZeneca. Dati che risultano persino migliori rispetto alle stime fatte, e che parlano di una protezione dell’85-90% dal Covid sintomatico dopo due dosi. Lo studio continua e ancora non sappiamo se, in futuro,  avremo bisogno di un altro richiamo, perché ancora non abbiamo delle certezze riguardanti l’immunità acquisita con i vaccini, ne se questa svanirà nel tempo. Inoltre, non sappiamo se le varianti del coronavirus potranno poi costringerci comunque a fare la famosa terza dose negli anni a venire.

Sappiamo che a Oxford stanno curando uno studio proprio su queste cosiddette dosi “booster” con l’intento di aumentare l’immunità rispetto l’infezione da Coronavirus, anche associando vaccini diversi. Infine, i risultati di questa ricerca saranno decisivi per l’immunizzazione della popolazione. Ma ancora non abbiamo risultati ai quali possiamo affidarci. Dunque, l’obiettivo è quello di ottenere delle risposte che definiscano la situazione della lotta al Covid e dell’efficacia dei vaccini nel lungo periodo. Puntiamo a immunizzare la popolazione in maniera definitiva o comunque almeno per un anno. A seguire c’è anche da tenere presente il capitolo distanziamento e mascherine.

Infatti, la campagna vaccinale ha l’obiettivo di superare le limitazioni e di permetterci di tornare alla normalità. Anche se la situazione è complessa possiamo immaginare che in una Italia largamente vaccinata si potrebbe anche rinunciare a mascherine e distanziamento. Tuttavia gli esperti del Comitato Tecnico Scientifico ricordano che è importante valutare la fetta di persone che non si vogliono vaccinare. Soprattutto tra quelli più anziani. Una valutazione che andrà fatta al più presto. Infatti, nel caso tanti anziani fossero senza vaccino, non potremo rinunciare a mascherine e distanziamento.

Inoltre, c’è l’incertezza delle varianti. Dunque, questa è un’altra cosa che dobbiamo controllare costantemente. Ma l’ottimismo è sempre importante. Mai perderci d’animo, anche se non possiamo esserne completamente sicuri e senza rischi di brutte sorprese. In questo ultimo anno, abbiamo vissuto l’esperienza di una pandemia pericolosa ma, allo stesso tempo, abbiamo fatto enormi progressi.

Viviamo in un’epoca in cui il progresso scientifico ci può aiutare tantissimo. Infatti, tutto il mondo sta scommettendo sui vaccini per superare la pandemia. Grazie a queste iniezioni stiamo immunizzando il nostro organismo e ci proteggiamo per tornare a vivere una socialità piú normale. L’ottimismo fa il giro del mondo. In certi Paesi le persone sentono che la vittoria è vicina. Per esempio, in Europa, siamo un continente che vede la luce in fondo al tunnel. Ma, se analizziamo la situazione dal punto di vista globale, non è così ovunque. Uno di questi Paesi è l’India, dove siamo soltanto all’inizio di una lunga guerra.

Ecco allora che studi vengono fatti per valutare la possibilità di essere coperti dal vaccino anche contro la variante indiana. Un recente studio, anche se non ancora pubblicato ma disponibile in preprint, dimostra che con due dosi dei vaccini Pfizer-BioNTech e di AstraZeneca sono efficaci anche contro la variante trovata per la prima volta in India. Mentre, in merito agli altri vaccini non si pronunciano perché non si hanno, ad oggi, informazioni in merito alla loro capacità di contrastare questa variante.





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