Indotto Stellantis di Cassino, scatta l'ora della mobilitazione

Indotto Stellantis di Cassino, scatta l'ora della mobilitazione
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 03-05-2021 00:00

SINDACALE - I lavoratori della Iscot Italia, Service Key, De Vizia, Logitech, Teknoservice e gli addetti alla mensa i primi ad essere colpiti dalla "ristrutturazione". Il sindacato: "Padri di famiglia costretti a vivere con 400 euro al mese". Giovedì il sit-in al cancello 2 dello stabilimento Fca

Il sindacato di base FlmU-Cub ha organizzato per giovedì 6 maggio dalle ore 12 alle ore 14 presso l’ingresso 2 dello stabilimento Fca di Piedimonte San Germano, un presidio-volantinaggio "per denunciare la grave situazione occupazionale degli operai dell’indotto e delle società dei servizi che lavorano per conto della Fca".

Cosa significa? Gli impiegati dei servizi sono i primi ad essere colpiti dalla "ristrutturazione", in quanto alcuni dei servizi dell'indotto sono stati esternalizzati. Ma, secondo il sindacato di base, è solo l'inizio di una crisi che potrebbe avere conseguenze ben più gravi visto e considerato che per il prossimo 30 giugno è previsto lo sblocco dei licenziamenti. "Ci sarà da fare i conti con centinaia di esuberi e licenziamenti nell’indotto della Fca di Cassino" mettono in guardia dalla Flmu-Cub.

Quindi il sindacato suona la carica: "Tutte le società dell’indotto e dei servizi della Fca in questi giorni stanno rimodulando i loro assetti e organici pronti, non si esclude, a concordare gli stessi esuberi con le organizzazioni sindacali confederali, proprio per rendere efficaci ed inoppugnabili i licenziamenti".

Prosegue la nota sindacale: "Oggi, in particolar modo, tocca ai lavoratori della Iscot Italia, Service Key, De Vizia, Logitech, Teknoservice e degli addetti alla mensa (Break & Lunch) , nonché di tutto l’indotto pagare in prima persona i “costi” di questa ristrutturazione: decine di questi operai praticamente non sono ancora rientrati al lavoro dopo il periodo della prima emergenza sanitaria di oltre un anno fa, e le aspettative di rientrare in fabbrica si affievoliscono giorno dopo giorno.

Parliamo di operai e padri di famiglia, molti dei quali già a orario ridotto prima della pandemia, che da quindici mesi percepiscono 400 o 500 euro al mese, cioè in condizioni al di sotto della soglia della povertà assoluta. Se passa il principio “mors tua vita mea”, ovvero il sollievo per lo scampato pericolo di chi “sopravviverà”, alla fine “moriremo” tutti. Se i primi licenziamenti delle prossime settimane passeranno senza alcuna forma di resistenza e mobilitazione dell’intera classe operaia - mettono in guardia gli attivisti della FlmU-Cub - tra qualche mesi saremo costretti a rincorrere ristrutturazioni e licenziamenti ben più cruenti di quelli già preannunciati”.

Conclude la FlmU-Cub: "Se toccano un solo operaio, toccheranno tutti noi”, vuol dire sentire sulla propria coscienza la responsabilità storica di non abbandonare nessuno, o, come si suol dire, fare in modo che nessuno resti indietro.  L’unità dei lavoratori, mai come in questo momento, assume un significato straordinario di impegno e di mobilitazione che deve vederci tutti coinvolti. Lottare a fianco degli operai della Iscot Italia,  Service Key, De Vizia, Logitech, Tecnoservice, Break and Lunch vuol dire lottare per l’intera classe lavoratrice del territorio".





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