"San Vittore Bene Comune" fa il punto sull'emergenza rifiuti

"San Vittore Bene Comune" fa il punto sull'emergenza rifiuti
di autore Redazione - Pubblicato: 16-04-2021 00:00

TERRITORIO - Parlano i consiglieri Vittorio Marcone, Eugenio Iannetta e Antonio Forgione

Dai consiglieri comunali del Gruppo Consiliare “San Vittore Bene Comune” Vittorio Marcone, Eugenio Iannetta e Antonio Forgione riceviamo e pubblichiamo

In riferimento agli articoli stampa che hanno riguardato la sempre più probabile e annunciata emergenza rifiuti nella Regione Lazio, che non è solo dovuta alla contestuale chiusura momentanea della discarica  di Roccasecca, vorremmo fare la seguente precisazione: per quanto riguarda l’impianto   di termovalorizzazione presente nel nostro Comune non cambia nulla. Era ed è autorizzato a trattare 397 mila ton di rifiuti. Si continua, purtroppo, ad argomentare di rifiuti senza alcun distinguo, nemmeno tra differenziati e indifferenziati. Sono due procedimenti separati che hanno bisogno di impiantistica differente.

Infatti, come già precisato da questo Gruppo Consiliare in altre circostanze, la Provincia di Frosinone è stata sempre autonoma per il ciclo dei rifiuti indifferenziati e mai per quelli differenziati. Questa provincia, in sostanza, esporta il differenziato e importa l'indifferenziato – la Ciociaria in effetti non ha mai avuto   un sistema impiantistico a sostegno della differenziata. Purtroppo davanti all’evidenza dei numeri si continua a fare strumentalizzazione politica senza valutare che per avere meno impianti impattanti bisogna prevedere   un’impiantistica alternativa capace di togliere materiale a discariche e termovalorizzatori.

Esultare perché i rifiuti di Roma non verranno più conferiti nella nostra provincia ma a Civitavecchia, Viterbo, Umbria, Abruzzo e perché continueranno ad andare all’'estero potrebbe diventare una vittoria di Pirro,  con tanto di aggravio di costi. D’altronde, come non volevamo essere la discarica di Roma non possiamo pretendere che gli altri territori diventino la nostra, senza che nel mentre non ci renda autonomi e alternativi per un ciclo di rifiuti che preveda discarica e termovalorizzazione solo residuali nel ciclo integrato  dello smaltimento dei rifiuti.

CAPITOLO ECONOMICO

I comuni sede di impianto dovrebbero essere disponibili ad accogliere rifiuti per via dei ristori e dei benefit che ricevono. La miopia della politica romana non aiuta la classe dirigente capitolina a comprendere che se Roma non si dota di un termovalorizzatore, discarica di servizio e di un TMB per l’indifferenziato e contestualmente non potenzia gli impianti del differenziato e non punta ad incrementare la percentuale della differenziata, non basteranno nemmeno altri 10 invasi a Roccasecca, né altre 10 linee a San Vittore. Quella in atto in questi giorni, quindi, è una polemica sterile e poco lungimirante.

È vero che il nostro Comune, 2500 anime, dal 2000 ad oggi ha potuto avere entrate extratributarie e opere compensative  pari a 20 milioni di euro, che rispetto ai bilanci dei comuni limitrofi sono un'enormità,  potendo attuare politiche a bassa imposizione tributaria e  compartecipando ai lavori pubblici in maniera cospicua, così come è vero che la “macchinosità” per ottenere i benefits dalle società conferitrici non permette programmazione alcuna, mancando una tempistica certa relativamente ai versamenti.  

Per questo motivo appariva giustificata l’obbligazione in solido della società gestrice dell’impianto  di termovalorizzazione, utilizzatore finale del rifiuto e quindi con una capacità contrattuale maggiore nei confronti dei conferitori e rispetto a quella dei comuni sede di impianto costretti a rincorrere i crediti attraverso iter giudiziari con notevole aggravio di spese per le consulenze anche per procedere alla quantificazione dei crediti. Per poi avere dalle società conferitrici la lista dei comuni inadempienti  nei loro confronti,  che  a  loro  volta  potrebbero    rifugiarsi   nell'evasione    del   tributo   TARI   non   avendo  la disponibilità dell'obbligazione Tributaria.

ULTIMA CONSIDERAZIONE: SE IL PROBLEMA È AMBIENTALE NON ESISTE RISTORO O BENEFIT CHE TENGA. SE EFFETTIVAMENTE PENSIAMO CHE I DANNI AMBIENTALI SONO STATI DEFINITIVI E INQUANTIFICABILI BISOGNEREBBE RINUNCIARCI PER ETICA. NOI CREDIAMO CHE LA TERMOVALORIZZAZIONE SIA STATA UNA OPPORTUNITÀ OCCUPAZIONALE E UNA VALIDA ALTERNATIVA ALL’ INTERRAMENTO DEI RIFIUTI NELLE DISCARICHE CHE, SE DEVE ESSERE SUPERATA COME METODOLOGIA, HA BISOGNO DI VALIDE ALTERNATIVE. L'ESISTENZA DI QUESTI IMPIANTI SPESSO GIUSTIFICA QUELLA POLITICA DI CHI RIMANE FERMO ALLA MERA PROTESTA. 





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