Accoglienza migranti, il caso di Cassino diventa nazionale

Accoglienza migranti, il caso di Cassino diventa nazionale
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 09-03-2021 00:00

CRONACA - Interviene il leader della Lega Matteo Salvini: "Voglio presto un vertice con il presidente Mario Draghi". Ecco chi sono i coinvolti e dove risiedono. Intanto l'ex sindaco D'Alessandro si toglie i sassolini dalle scarpe: "Sono contento che la magistratura inquirente ha riconosciuto ciò che io già dicevo tre anni fa"

"Sette immigrati in fuga dall’hotspot di Pozzallo, col rischio che siano positivi al Covid, ed ennesimo scandalo nel settore della finta accoglienza a Cassino con otto arresti e sequestri superiori al milione di euro. Intendo confrontarmi al più presto con il Presidente Draghi e il ministro Lamorgese per trovare soluzioni. L’Italia soprattutto in pandemia - e con molti cittadini costretti a casa - non può permettersi sbarchi a raffica, clandestini a spasso e illegalità".

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Parole e musica del leader della Lega che porta così alla ribalta nazionale quanto avvenuto questa mattina a Cassino (LEGGI QUI: Illeciti nel settore dell’accoglienza immigrati: in otto finiscono nei guai). Chi sono gli otto coinvolti? A riportare i nomi è stato in mattinata Ciociaria Oggi che spiega: "I tre arrestati sono Francesco Odierno del '72 di Qualiano (Napoli); Raffaele Odierno del '64 di Qualiano; Pasquale Napoli del '66 di Qualiano. 

Per gli altri 5 misura interdittiva a svolgere attività imprenditoriale del settore accoglienza migranti. Uno di Cassino, uno di Roccapriora (Roma), uno di Giuliano, uno di Qualiano, uno di Rocca d' Evandro. La cooperativa è la Formland No Limes con sede a Napoli ma titolare di appalti in provincia di Caserta e Frosinone con centri a Galluccio, Caianello, San Vittore". 

Intanto, da noi interpellato, interviene anche l'ex sindaco di Cassino Carlo Maria D'Alessandro che nel 2017, insieme all' allora assessore ai servizi sociali Benedetto Leone, aveva proposto lo sgombero per le palazzine di via Vaglie gestite dalla cooperativa oggi finita sotto inchiesta. L'ex sindaco si toglie i sassolini dalle scarpe, e dice: "Mi accorsi che non c'erano gli allacci della fogna e che secondo me quel tipo di accoglienza non era a norma perchè erano molte le persone presenti rispetto a quelle che lo stabile poteva ospitare. Feci dunque una ordinanza di sgombero, ma la prefettura impugnò il mio provvedimento e la società vinse il ricorso al Tar.

Che dire! Sono contento che dopo tre anni si possa mettere in evidenza che avevo ragione io, sono contento che la magistratura inquirente è riuscita laddove quella amministrativa aveva fallito. Ricordo inoltre, restando sull'aspetto politico della vicenda, che all'epoca, sulla questione dell'accoglienza, la mia posizione fu strumentalmente contestata dalla minoranza che oggi è al governo della città. Quella non era una buona accoglienza e ci avevo visto bene".





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