Le pagelle di domenica 28 febbraio

Le pagelle di domenica 28 febbraio
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 28-02-2021 00:00 - Tempo di lettura 2 minuti

RUBRICHE - Il consigliere Ranaldi passa all'incasso dopo il passo indietro a favore di Carlino, Mignanelli porta la bellicosa minoranza di Cassino sulle sue posizioni: entrambi sono in corsa per le provinciali. L'assessore Grossi, invece, diventa grillino: colpito anche lui, come ormai gran parte del centrosinistra, dalla Sindrome di Stoccolma

MASSIMILIANO MIGNANELLI

Una inversione a U, quella dell’opposizione consiliare di Cassino che porta il gruppo petrarconiano a trazione Fontana sulle posizioni di Massimiliano Mignanelli. Lui, a differenza del vulcanico consigliere di "Italia Viva" e dell’ex sindaco, è sempre stato il più conciliante con il sindaco Salera e con la maggioranza. Quello che ha sempre invitato a tenere bassi i toni e a dialogare, piuttosto che attaccare. Provare a costruire, piuttosto che distruggere. Un atteggiamento che rispecchia, del resto, quella che è la  sua carriera politica: è stato a lungo un rappresentante delle istituzioni prima come presidente del Consiglio comunale di Cassino e poi come vice presidente del Consiglio provinciale di Frosinone. Dopo quasi due anni Massimiliano Mignanelli è riuscito a portare l’opposizione sulle sue posizioni. Martedì scorso in conferenza stampa i consiglieri di minoranza hanno messo in evidenza alcune evidenti criticità della maggioranza senza però strumentalizzare il tutto: hanno anzi chiesto al sindaco di aprire un dialogo sui tempi più importanti.

A chiedere il dialogo, finora, era stato quasi esclusivamente Mignanelli: è lui, quindi, il “padre” di questa svolta dell’opposizione: non più urlata, ma ragionata. Ed è lui che ha anche riaperto le trattative con Antonio Pompeo per avere un sostegno alle prossime elezioni provinciali. Tenterà nuovamente l’ingresso a Palazzo Iacobucci, ma la strada non è affatto in discesa: non può contare neanche sul pieno sostegno di tutti e nove i consiglieri di opposizione del comune di Cassino. Quel che appare certo, però, è che tra i nove dell’opposizione è probabilmente quello che può avere qualche chances in più. E quindi ha aperto i giochi.

L’arte della politica

VOTO 8

GINO RANALDI

E’ il candidato naturale del centrosinistra di Cassino alle prossime elezioni provinciali. E’ stato assessore durante l’amministrazione Petrarcone. Di Enzo Salera è stato il primo supporter. Si è candidato nella lista del Pd, portando un valore aggiunto e tutto il supporto della sua componente socialista. Sembrava naturale, per lui, un ritorno in giunta: ma quando Enzo Salera aveva una sola poltrona libera per due aspiranti, Gino Ranaldi ha fatto un passo indietro a favore di Francesco Carlino, divenuto poi assessore e vice sindaco. La vulgata vuole che a convincere Ranaldi sia stato anche Edilio Terranova, che non disdegnava la candidatura al consiglio provinciale visto anche il buon numero di voti riportato. Ma per il bene della coalizione, disse: “Gino, non preoccuparti, se fai un passo indietro avrai anche il mio sostegno e quello della lista 'Salera sindaco' alle provinciali". 

Ora che le elezioni si avvicinano - si voterà o prima dell’estate o subito dopo - il Pd ha dato la “benedizione” formale a Gino Ranaldi. Non avrà i voti di Demos, ma non è certo una novità: già da tempo circolava l’ipotesi che Demos avrebbe sostenuto Luigi Vacana. Sono ben altri i problemi con Demos e con l’assessore Maccaro nella maggioranza di centrosinistra di Enzo Salera. Tornando alle provinciali: Gino Ranaldi ha saputo dimostrare di aspettare il proprio turno ed oggi giustamente intende passare all’incasso. Lo fa avendo acquisito anche un peso politico importante in maggioranza, avendo gestito egregiamente il gruppo del Pd, che è numeroso e composto da varie anime. Lo fa, dopo aver fatto delle rinunce. Merce rara, in politica, saper stare al proprio posto e aspettare il proprio turno.

La giusta ricompensa 

VOTO 7

DANILO GROSSI

Ilaria Fontana, deputata del Movimento Cinque Stelle, è stata eletta il 4 marzo 2018 nel collegio uninominale di Cassino. Per un pugno di voti ha strappato il seggio a Mario Abbruzzese, che già si sentiva accomodato a Montecitorio. L’ondata di rinnovamento ha invece premiato il Movimento di Grillo e Casaleggio e così Iliaria Fontana, sconosciuta ai più sino a quel giorno, quasi per miracolo si è trovata catapultata in Parlamento. Tre anni sono passati dalla sua elezione. A Cassino ha presenziato di tanto in tanto per qualche sporadica iniziativa su tematiche ambientali: per il resto, gli attivisti del meet up di Cassino, volevano chiamare “Chi l’ha visto?”. Non si hanno tracce, infatti, di un suo impegno concreto per la città e per il territorio. Con il governo Draghi, che ha scelto i componenti politici con il manuale Cencelli, Ilaria Fontana si è trovata catapultata anche nella compagine governativa come sottosegretaria.  Non certo per azioni meritorie attuate sul territorio: i primi a metterla sotto attacco per la latitanza sono stati proprio gli attivisti locali del M5S.

Eppure l’assessore alla cultura del Comune di Cassino, Danilo Grossi, coordinatore di Pop e molto vicino al segretario del Pd Nicola Zingaretti, il giorno della nomina ha esultato: “È davvero una bella notizia la nomina a sottosegretario alla transizione ecologica della deputata Ilaria Fontana eletta nel collegio di Cassino. Sarà un lavoro difficile e complesso proprio perché è il settore più importante che il governo Draghi si trova davanti. E, al di là del M5S, movimento grazie al quale è stata eletta, questa nomina sarà un bene per tutto il territorio”. Ora, intendiamoci: la speranza è l’ultima a morire. Ma a proposito di transizione ecologica, tanto per fare un esempio di temi ambientali che hanno riguardato il territorio, nel 2019 montò la protesta degli operai della Fca per l’ecotassa e l’ecobonus sui veicoli elettrici che rischiava di penalizzare - e in parte così è stato - lo stabilimento di Cassino che ancora non aveva avviato la svolta green. La norma era stata introdotta dal governo Conte-Salvini- Di Maio. Fuori i cancelli del sito Piedimonte andò solo il Pd a portare solidarietà ai lavoratori: presenziò con l’allora consigliere di opposizione Enzo Salera, e con il segretario del Pd Marino Fardelli (era quando il Pd a Cassino aveva ancora una governance e quattro mura tra cui discutere). Fontana, invece, non pervenuta. Neanche per spiegare l'eventuale bontà di quel provvedimento del suo governo. "Detto con il massimo rispetto personale per tutti. I deputati pentastellati Luca Frusone, Ilaria Fontana ed Enrica Segneri non hanno lasciato alcun segno su questo territorio in questi tre anni" ha evidenziato di recente il direttore Alessio Porcu. Non si capisce, dunque, con queste premesse, quale potrà essere il bene per il territorio che porterà Fontana nel sottobosco del governo Draghi. Magari, da un punto di vista solo e strettamente politico, sarà un bene per quella parte di centrosinistra che, ormai in preda a una Sindrome di Stoccolma, si è innamorato del M5S, dopo essere stati per anni sbeffeggiato. A Cassino, partendo a questo punto dalla foto con cui Luca Frusone tentò di ridicolizzare il sit-in di Salera e compagni. Almeno, a differenza di Fontana, diede a suo modo segni di vita!

Grossi scivoloni

VOTO 4





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