Vaccini, il personale scolastico e universitario residente fuori Regione tagliato fuori dalle prenotazioni

Vaccini, il personale scolastico e universitario residente fuori Regione tagliato fuori dalle prenotazioni
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 26-02-2021 00:00

IL FATTO - La Cisl accende i riflettori sull'incresciosa vicenda e presenta istanza al neo ministro Messa. Disagi anche all'Università di Cassino. Cuzzi e De Simone: "Decisione irragionevole"

Il segretario della Cisl Francesco Cuzzi

Ad accendere i riflettori sulla vicenda è la Cisl- Università con il segretario generale Francesco De Simone Sorrentino. Con una missiva indirizzata al neo ministro Maria Cristina Messa chiede che si intervenga al più presto per mettere fine ad una incresciosa vicenda che vede penalizzato sia il personale scolastico, che quello universitario.

Il motivo? I lavoratori di questi settori non possono vaccinarsi nella regione di residenza perchè in alcuni casi sono stati depennati dalle liste, se appartenenti al personale scolastico o universitario di un'altra Regione. L'altra Regione, però, vista anche la carenza dei vaccini, per il momento dà la precedenza solo ed esclusivamente al personale scolastico ed universitario residente.

Un problema molto sentito anche a Cassino, tant'è che nei giorni scorsi il segretario della Cisl Francesco Cuzzi si era già attivato inviando una missiva al Governatore del Lazio Nicola Zingaretti e all'assessore alla Sanità Alessio D'Amato. Aveva chiesto, tra le altre cose, la possibilità di inserire anche la fascia 55-65 anni tra coloro da vaccinare. (LEGGI QUI: “Vaccinare anche gli over 55 del personale universitario”) e definisce questa decisione irragionevole.

Ora ad intervenire è direttamente il Segretario generale Nazionale Francesco De Simone che in una missiva al neo ministro Messa, dice: "Molti terminali associativi della scrivente Federazione CISL Università stanno segnalando una criticità legata alle operazioni di somministrazione del vaccino COVID 19 al personale docente e tecnico ammnistrativo dei settori Università e AFAM non residente nella Regione in cui è situata l’Istituzione di appartenenza che sta destando forte preoccupazione e incertezza.


Risulta, infatti, che ai suddetti lavoratori non è consentito prenotarsi attraverso i sistemi all’uopo predisposti dalle Regioni, in quanto il portale delle vaccinazioni in riconoscerebbe la tessera sanitaria del personale in parola.

Paradossalmente il suddetto personale non potrà, comunque, ricevere la somministrazione del vaccino nella Regione di residenza in quanto il sistema consente soltanto ai lavoratori operanti nelle Istituzioni presenti sul territorio regionale di poter
aderire.


Irragionevolmente, quindi, il suddetto personale non potrà essere vaccinato né nel luogo ove è prestata l’attività lavorativa né in quello di residenza, con l’evidente compromissione dell’azione di tutela dei lavoratori e dell’utenza e conseguente maggiore esposizione al rischio contagio all’interno delle Istituzioni che appartengono ai settori di nostra pertinenza.


Alcuni dirigenti sindacali territoriali della scrivente Federazione hanno provato a manifestare la suddetta criticità al Presidente o all'Assessorato alla Sanità della propria Regione, purtroppo, allo stato senza riscontro.

In considerazione della significativa mobilità interregionale che caratterizza la vita del personale in servizio presso le Istituzioni Universitarie e AFAM si ritiene utile che i portali delle prenotazioni per la somministrazione del vaccino COVID 19 abbiano la possibilità di accogliere anche questa tipologia di utenti.


Si chiede pertanto un autorevole intervento di codesto Ministero affinché sia concessa la possibilità a tutte le lavoratrici e i lavoratori dei settori Università e AFAM di poter ricevere la somministrazione del vaccino, unica azione valida per contrastare efficacemente la crisi epidemiologica in atto".

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