Insulti sessisti alle manager Asl di Frosinone, il caso diventa nazionale

Insulti sessisti alle manager Asl di Frosinone, il caso diventa nazionale
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 24-02-2021 00:00

IL FATTO - Il presidente della regione Lazio e segretario del Pd Nicola Zingaretti denuncia l'accaduto: "Vogliamo farlo sapere a tutti perché attacchi di questo tipo sono intollerabili"

Il post pubblicato su Fb da Nicola Zingaretti

Diventa nazionale il caso degli insulti sessisti alle tre donne ai vertici della Asl di Frosinone. Il presidente della regione Lazio, nonchè segretario del Pd questa mattina ha portato la vicenda all'attenzione dei media nazionali pubblicando un post su fb.

Poi in un più articolato comunicato stampa ha evidenziato: "Le parole indirizzate alle tre direttrici della Asl di Frosinone, Pier Paola D'Alessandro, Eleonora Di Giulio e Simona Carli sono inaccettabili. Attaccare in ordine al genere è un intollerabile atto sessista, una vera indecenza. Ridicolizzare, denigrare e insultare delle professioniste non è accettabile e non fa certo onore a chi ha firmato la lettera indirizzata all’assessore D’Amato.

Non è questo il modo di esporre il proprio pensiero, non si possono esprimere divergenze con mediocri insulti sessisti. Chi lo ha fatto dimentica che dietro a dei ruoli istituzionali ci sono delle persone, che il rispetto è la regola che dovrebbe sempre guidare qualsiasi tipo di dibattito. Alle tre dirigenti va tutta la mia solidarietà"

Gli ha fatto eco l'assessore alla Sanità Alessio D'Amato: "Sono fiero che alla guida della Asl di Frosinone vi siano tre donne, tre professioniste serie. Non è una eccezione poiché il Lazio è la Regione italiana con il maggior numero di donne manager alla guida delle Asl. Rispedisco al mittente, ovvero l'avvocato sindacalista, la lettera che mi ha scritto dicendogli che le Asl di tutte le provincie sono guidate da donne brave professioniste.

A Viterbo, a Rieti a Frosinone e presto a Latina e che la Asl più grande d’Italia la Roma 2 è diretta da tre donne. Rappresentare queste professione con stereotipi denigratori è offensivo e disdicevole"





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