Carenza anestesisti, basta toppe. Ora servono risoluzioni definitive

Carenza anestesisti, basta toppe. Ora servono risoluzioni definitive
di autore Mario Costa - Pubblicato: 16-12-2020 00:00

OPINIONI - Il monito del professor Mario Costa che elogia anche i modi dell'opposizione di Mario Abbruzzese sul tema

Mario Costa
Mario Costa

Già vicesindaco di Cassino

Più di tante parole, talvolta bastano pochi numeri a spiegare le ragioni di certe cose. Ricorriamo così a dei numeri (pur se non precisissimi, causa mancato aggiornamento dopo le ultimissime assunzioni) per spiegare la nuova, grave sospensione dell’attività operatoria, eccezion fatta per le urgenze, all’ospedale di Cassino. Sospensione giustificata con la carenza di anestesisti. Bene! Veniamo allora ai numeri. La Asl provinciale ha alle sue dipendenze una quarantina di anestesisti. Sono così ripartiti: 19 allo “Spaziani” di Frosinone,12 al “Santissima Trinità” di Sora, 6 al “Santa Scolastica” di Cassino.

Ci piacerebbe conoscere qualcuno dall’equilibrio stabile in grado di sostenere, senza imbarazzo, che si tratti di una ripartizione razionale, logica, intelligente. Sarebbe anche interessante far conoscere ai nostri pazienti e alla nostra gente gli strenui difensori, ancora oggi, di tale “capolavoro”. Viene infatti spontaneo chiedersi come sia possibile continuare a tenere in piedi una tale scriteriata ripartizione di tale personale medico specialistico. Eppure il bacino di utenza del Santa Scolastica come entità numerica è di poco inferiore a quello del nostro capoluogo di provincia, mentre di parecchio superiore al bacino di Sora, che pure di anestesisti ne ha il doppio. Senza contare – ma andrebbe contato, e come! – che il nosocomio della “città martire” qualche mese fa ha avuto anche il “regalo” di diventare centro Covid: 80 posti letto di cui 8 di terapia intensiva. Quindi con una accresciuta, oggettiva necessità di anestesisti.


Che prima o poi si sarebbe ritornati al punto dove siamo di nuovo, lo si è incominciato ad intravedere nel novembre scorso quando, di fronte al maggior carico di lavoro (e di pericolo per gli operatori) si andava riducendo la frequenza delle pur costose prestazioni dei contrattisti
campani. Frequenza interrottasi poi del tutto in questo mese. Ad Enzo Salera, il sindaco, che aveva manifestato a chi di dovere la propria preoccupazione, erano state fornite rassicurazioni pur nella rappresentazione della difficoltà del momento. I rinforzi assicurati non sono arrivati, la situazione è precipitata di nuovo. Anche perché nel frattempo, al di là di quelli che se la sono defilata, forse non perché poco “coraggiosi” ma probabilmente perché più impegnati nella zona di provenienza per via della nuova maggiore diffusione del Covid anche dalle loro parti, il virus purtroppo ha colpito qui da noi anche alcuni medici ed infermieri.


Alla Asl, in una ristretta riunione convocata in tutta urgenza, pare si sia deciso (il dubitativo è d’obbligo poiché nessun comunicato è stato diramato in proposito, quasi si trattasse di cose strettamente personali, non di pubblico interesse) di spostare da Frosinone all’ospedale di Cassino una anestesista, individuata tra gli ultimi assunti. Ma se ci si limitasse a questo
si tratterebbe solo della classica toppa. Qui occorrono invece scelte che mirino al potenziamento sostanzioso dell’organico dell’Anestesia e Rianimazione. Si dice che non ci sia molto da pescare perché di anestesisti in circolazione da assumere non ce ne sono. E sarà pure vero. Però si vada allora a mettere le mani in quel quadro numerico (in quel classico “nido di vespe”) di cui all’inizio del nostro dire. Se non vi sono anestesisti volontari disponibili a trasferirsi un po’ più a sud di questa provincia, magari perché stanno più comodi dove si trovano ora, chi ne ha il potere non si limiti a prenderne atto, magari allargando le braccia. Ma imponga delle turnazioni, siano esse mensili o di spazio temporale diverso purché atte a garantire la normale funzionalità del “Santa Scolastica” e delle sue camere operatorie.


La direttrice generale della Asl, Pierpaola D’Alessandro, ha mostrato di avere le idee chiare per fronteggiare la situazione e per far fare il doveroso e necessario salto di qualità alla sanità provinciale, e anche a quella del Cassinate, ove possibile. Ma per alzare il livello delle prestazioni, “non bisogna guardare in faccia a nessuno, ma solo all’interesse generale”,
come ella ebbe a dire proprio qui a Cassino. Occorre però che alle parole seguano i fatti. Altrimenti saremo amaramente costretti a prendere atto del vecchio ma sempre attuale detto: “Cambiano i musicanti, ma la musica è sempre la stessa”.

Post scriptum. Puntuale, come una vecchia cambiale, è arrivata sulla chiusura delle sale operatorie del “Santa Scolastica” un’articolata interrogazione di Mario Abbruzzese ad Enzo Salera. Dobbiamo dargli atto, con la speranza di non vederci smentiti da qui a breve, che questa volta non individua nel sindaco il primo responsabile della preoccupante situazione, ma gli chiede, correttamente, “quali atti voglia intraprendere per contribuire alla soluzione”. Ecco, l’uso di quel “contribuire” mette sul giusto piano le singole responsabilità individuali. Quelle di un sindaco e quelle del direttore generale della Asl. Se seguìto da altri, tale esempio potrà aiutare ad unire le forze nella doverosa difesa di un territorio, il Cassinate, che taluni si son messi in testa di maltrattare.





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