Welcome to Italy, Sambucci: "Perchè è giusto discuterne in Consiglio"

Welcome to Italy, Sambucci: "Perchè è giusto discuterne in Consiglio"
di Ori Sambucci - Pubblicato: 03-12-2020 00:00

[OPIONIONI A CONFRONTO] Il caso giudiziario, le ripercussioni politiche e la posizione del referente cittadino del Movimento Cinque Stelle

Ori Sambucci
Ori Sambucci

Referente Gruppo 5 stelle Cassino

Pare che il Comune di Cassino abbia deciso di costituirsi parte civile nel processo “welcome to italy” ritenendo che i fatti reato addebitati anche al giovane imprenditore Mosillo abbiano leso l’immagine della Città. La decisione ha un evidente ed immediato rilievo politico.
Ma andiamo per ordine.

Non c’è alcun dubbio che quel giovane imprenditore, ora imputato nel processo Welcome to Italy, si sia dato molto da fare per sostenere la lista del PD alle ultime elezioni comunali di Cassino, condizionandole in termini di consenso.

Durante la campagna elettorale del 2019, abbiamo tutti sentito e visto le sue innumerevoli dichiarazioni, nonostante fosse notoriamente già indagato, a sostegno, anche operativo, di quella parte politica che oggi vuole chiederne la condanna perché convinta che avrebbe leso l’immagine della Città.

Quel sostegno non fu rifiutato né la circostanza è mai stata oggetto di smentita.

Né può evitarsi il sospetto che a Cassino ci sia stato (c’è ancora?) un sistema di potere politico-economico che ha condizionato o cercato di condizionare la vita politica della Città.

Come non notare che molte persone coinvolte in quel processo sono noti personaggi politici che hanno ricoperto incarichi politici ed esercitato pubbliche funzioni per il Comune di Cassino.

Dunque, parrebbe di capire, che è proprio per questi motivi che il Comune di Cassino si ritiene danneggiato dall’indiscutibile gravità dei fatti addebitati agli imputati, in ordine alla sciagurata gestione delle strutture di accoglienza dei migranti nel territorio cassinate, acclarati dalla Procura della Repubblica.

Obiettivamente, è di tutta evidenza che l’essere stato il Comune di Cassino associato a quelle gravi e riprovevoli vicende criminose, ha certamente danneggiato la reputazione e l’immagine pubblica della città quale risulta dai suoi precipui connotati.

Ed invero, come si evince dal suo statuto, il Comune di Cassino ha tra i suoi scopi primari, tra gli altri, proprio la promozione di ogni iniziativa atta ad esprimere concreta solidarietà alla persona.

Del resto, è per perseguire tali obiettivi di solidarietà, che il Comune di Cassino ha ritenuto di aderire al sistema di protezione per i richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR), realizzando progetti di accoglienza integrata che, oltre alla fornitura di vitto ed alloggio, prevedevano in modo complementare anche misure di informazione, accompagnamento, assistenza ed orientamento, attraverso la costruzione di percorsi individuali e di inserimento socio-economico.

Alla luce dei ricordati scopi statutari del Comune di Cassino, nonchè delle ulteriori caratteristiche che connotano la città, la sua cultura e la sua storia, emerge dunque uno stridente contrasto con le condotte attribuite agli imputati nel processo welcome to italy: condotte le quali avrebbero minato, stando alle intenzioni oggi espresse dall’amministrazione, l’immagine e l’identità della comunità cassinate.

Ma dicevamo la questione ha un evidente ed immediato rilievo politico.

A prescindere dall’esito giudiziale, il sindaco, gli assessori e i consiglieri, ove non vogliano apparire anche loro implicati in quel sistema perverso di potere politico-economico che emergerebbe dalla lettura degli atti processuali dell’inchiesta, di pretendere, precauzionalmente, le dimissioni delle persone che stanno amministrando il Comune di Cassino e si sa essere o essere state vicine al Mosillo e proprio per questo candidate, elette o addirittura nominate assessori (ove ci siano).

E in questi termini la questione appare di indubbio interesse politico e non giuridico e perciò, giustamente, ci pare di capire, che qualche consigliere di minoranza ha chiesto di discuterne nell’aula Consiliare.

D’altra parte non apparirebbe più credibile che chi governa per il bene comune Cassino lo faccia insieme a quanti sono o sono stati i riferimenti politici proprio di coloro che avrebbero danneggiato l’immagine della Città e nei cui confronti l’Ente stesso vuole costituirsi parte civile e ciò a prescindere dall’esito della vicenda giudiziaria, appunto.

Per tale scopo condividiamo la richiesta della minoranza ritenendo necessario chiarire in un dibattito pubblico se ci sono o meno rapporti di interesse politico-economico tra gli indagati nel processo welcome to italy e i nostri attuali amministratori.

Rinnoviamo il ringraziamento all'Avv. Giuseppe Martini che ha aperto la strada assistendo un cittadino costituitosi per primo parte civile nel processo e per la continua attenzione all'evolversi della vicenda, in conclusione possiamo sintetizzare dicendo che, essendo evidentissimo il controsenso nel fatto che il Comune di Cassino si costituisca parte civile contro chi ha permesso alla giunta attuale di essere eletta, sarebbe legittimo aspettarsi le dimissioni dei diretti interessati.





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