"Meno precariato e più diritto allo studio". Sindacati sul piede di guerra

"Meno precariato e più diritto allo studio". Sindacati sul piede di guerra
di autore Redazione - Pubblicato: 11-11-2020 00:00

ATENEO - Cgil, Cisl, Uil e Gilda pronti allo stato di agitazione nelle Università. Da Cassino parla Francesco Cuzzi: "Si apre un mese decisivo ma non c'è confronto. La realtà è diversa da quella che viene raccontata nei talkshow e l'emergenza ha messo in risalto l'incapacità di fare sistema"

Francesco Cuzzi con il Segretario Generale Francesco De Dimone Cisl-Università

"In ragione di mancanza di riscontri alle nostre rivendicazioni, considerata l'assenza di rispetto delle relazioni sindacali da parte del MUR, le Organizzazioni Sindacali proclamano lo stato di agitazione del personale dell'Università". Cgil, Cisl, Uil e Gilda puntano i piedi e attaccano frontalmente il Governo. Avvertono che, in assenza di riscontri, i lavoratori degli atenei italiani si mobiliteranno. Una situazione che potrebbe riguardare anche l'Università di Cassino. Ne abbiamo parlato con il senatore accademico e segretario della Fsur-Cisl-Francesco Cuzzi.

Segretario, qual è il motivo della vostra protesta?

"Il problema viene da lontano. Basto pensare che il sistema universitario italiano dagli anni 2008/2009 ha visto anche una costante diminuzione del personale, di circa il 20% di docenti e ricercatori (parallelamente sono aumentati i lavoratori precari, che ormai rappresentano più della metà del personale che svolge attività di ricerca e di didattica) e ancora maggiore risulta
essere il taglio subito dal personale tecnico e amministrativo, passato da 70.000 a 50.000
unità. Inoltre͕ il personale tecnico amministrativo ha subito anche la decurtazione del proprio salario accessorio e un sostanziale blocco della valorizzazione della professionalità".

L'emergenza ha aggravato la situazione?

"L'emergenza sanitaria ha messo in risalto l'incapacità di fare sistema dei singoli atenei e grave è la responsabilità del MUR che si è rifiutato di avviare un confronto con le organizzazioni sindacali per la definizione di protocolli nazionali di gestione dell'emergenza. Nel corso di questi mesi abbiamo potuto verificare spesso diverse soluzioni a uguali problemi e non di rado l'esigenza di dover far fronte a disposizioni insensate che determinano anche assurde disparità di trattamento nei confronti del personale, come ultimo, in questi giorni, la disposizione di alcuni atenei situati in zona rossa (in base al dpcm del 3 novembre) che obbligano il personale a recarsi in ateneo per effettuare le lezioni online, quando questo obbligo non risulta essere in atto in atenei situati in regioni in zona gialla, con una condizione oggettiva di minore gravità".

Anche Cassino è in zona gialla. Come pensate di intervenire?


"Il Miur in questi mesi si sta sottraendo in ogni modo al confronto sindacale, tanto che, dopo
mesi di richieste, a metà settembre ha convocato le Organizzazioni sindacali ma il confronto è stata inviato. Eppure assolutamente urgenti sono gli interventi da mettere in atto sul piano economico e normativo e non bastano certo generiche affermazioni a mezzo stampa, considerato come ancora oggi non trovano riscontri neanche gli impegni assunti dal Presidente del Consiglio con l'intesa sottoscritta il 24 aprile sul precariato, sulla valorizzazione del personale e sulla flessibilità dei fondi accessori di università e ricerca".

La vostra proposta qual è?


"Nella prossima Legge di bilancio servono interventi: per aumentare in maniera significativa la quota base del finanziamento ordinario delle università; per il rinnovo del CCNL; per la valorizzazione professionale del personale; per una maggiore flessibilità nella costituzione e utilizzo dei fondi del salario accessorio; per la stabilizzazione dei lavoratori precari; per incrementare significativamente i fondi per il diritto allo studio e per abolire le
tasse universitarie"

E se non verrà accolta?

"Questo elenco di priorità conferma che la realtà del sistema universitario italiano non è quella rappresentata dal Ministro nei talk show e pertanto inadeguati appaiono gli interventi normativi recentemente proposti dal Governo, come quelli all'art. 19 del Decreto Legge n.76/2020, c.d. Decreto Semplificazioni, che dimostrano una particolare attenzione rispetto a temi sensibili solo a pochi, lasciando inevase le risposte che attendono da tempo tutti i lavoratori docenti e tecnico amministrativi dell'università, che costituiscono il presupposto per un vero rilancio del settore universitario che sia da traino per il Paese. In ragione di mancanza di riscontri alle nostre rivendicazioni, considerata l'assenza di rispetto delle relazioni sindacali da parte del MUR, le Organizzazioni Sindacali proclamano lo stato di agitazione del personale dell'Università".






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