Landini: «Non si può morire di Covid. Ma neanche di lavoro»

Landini: «Non si può morire di Covid. Ma neanche di lavoro»
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 09-09-2020 12:00

SINDACALE - La Cgil si prepara ad un lungo autunno caldo. Da Cassino il monito del segretario per mettere fine alle diseguaglianze: «Ancora oggi ci sono in molti luoghi persone che svolgono le stesse mansioni ma non hanno gli stessi diritti». La strigliata alle imprese e al mondo politico: «Non dicano solo durante l’emergenza che la salute è la priorità»

di Alberto Simone

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Il segretario generale della Cgil Maurizio Landini durante il suo intervento a Cassino

Ha scelto la villa comunale di Cassino come una delle prime uscite ufficiali dopo il lockdown. Nelle scorse settimane il segretario generale della Cgil Maurizio Landini è stato l’ospite d’onore per celebrare i cento anni della Camera del Lavoro di Cassino. Un evento fortemente voluto dal segretario provinciale Anselmo Briganti e che ha visto la partecipazione delle massime istituzioni del territorio. Perchè quella giornata è stata anche e soprattutto l’occasione per rilanciare l’azione politica del sindacato dopo la lunga pausa imposta dall’emergenza sanitaria. E Maurizio Landini, poi, conosce molto bene Cassino. 

La platea alla villa comunale di Cassino ad ascoltare l'intervento Maurizio Landini

Le battaglie per Fca

Dieci anni fa, quando era forte il rischio della chiusura di uno stabilimento Fca in Italia (all’epoca ancora Fiat) e quindi il possibile accorpamento tra lo stabilimento ciociaro di Piedimonte San Germano e quello campano di Pomigliano, insieme al segretario locale dei metalmeccanici della Cgil Donato Gatti si è speso in più di un’occasione nella città martire. E negli ultimi anni, anche nella nuova veste di segretario della Cgil, ha messo sempre al centro la difesa dei diritti dei lavoratori.

Lo ha ribadito nella calda giornata di mezza estate parlando a pochi chilometri di distanza dallo stabilimento Fca di Cassino. Dall’interno della villa comunale ha evidenziato: «Ancora oggi ci sono in molti luoghi persone che svolgono lo stesso lavoro ma non hanno gli stessi diritti e in alcuni casi si arriva alla guerra tra le persone. Spesse volte con salari e con condizioni che non ti permettono di vivere neanche se lavori perchè, a proposito di progresso, noi siamo tornati al fatto che se dopo la guerra chi lavorava non era povero, ora sei povero anche quando lavori».

Maurizio Landini con il sindaco Enzo Salera

Il segretario provinciale della Cgil Frosinone-Latina Anselmo Briganti dona a Maurizio Landini l'opera realizzata dall'artista Tiziana Mastromatteo

Prima la salute, poi il profitto

Il segretario della Cgil non le manda a dire. E dopo mesi di astinenza passati davanti al pc con riunioni e piazze virtuali, la villa comunale di Cassino gli restituisce il calore umano e la carica necessaria. Non ha peli sulla lingua, Maurizio Landini. E spiega in modo concreto perchè senza il lavoro delle persone le cose non funzionano. Racconta le battaglie fatte dal sindacato durante i difficili mesi del lockdown e dell’emergenza sanitaria. «A un certo punto - dice - noi ci siamo battuti per ottenere due cose. La prima è che la salute veniva prima del profitto e del mercato - e lo abbiamo detto in modo molto forte fino ad arrivare a dire che ciò che non era necessario per salvare la vita delle persone era anche giusto interromperlo e bloccarlo - e poi come seconda cosa abbiamo scoperto che essenziale era il lavoro delle persone, e in molti casi abbiamo scoperto che era essenziale il lavoro più sfruttato e meno pagato». La pandemia, secondo il segretario della Cgil, ha insomma messo a nudo le scelte sbagliate fatte negli anni precedenti per quel che riguarda il lavoro. 

La strigliata a imprese e politica

Il post-Covid dovrà rappresentare una rivoluzione, una nuova via, nell’ambito lavorativo. E il monito che Maurizio Landini lancia da Cassino è l’incipit di quella che sarà la battaglia autunnale dei sindacati. «Oggi è chiaro a tutti che non solo non dobbiamo tagliare la sanità pubblica ma dobbiamo rilanciare gli investimenti in questo settore. Non solo per potenziare gli ospedali, ma anche per potenziare le assistenze domiciliari sul territorio. E soprattutto non è accettabile che noi ci stiamo battendo e ci siamo battuti per mettere al centro la salute e per dire che non si deve morire di Covid e poi vedere che si continua a morire nei cantieri e nei luoghi di lavoro. Allora anche questa logica va cambiata e bisogna che anche il sistema delle imprese e la politica non dicano solo durante l’emergenza che la salute è la priorità. Deve essere proprio un passaggio culturale che bisogna compiere, perché la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro e nella società debbono essere l’elemento principale su cui noi ridisegniamo il modello sociale e ridefiniamo anche i livelli di investimenti di vita».

Il lavoro, la vera paura

Il lavoro è il filo conduttore del lungo intervento del segretario che parla dal palco dopo gli interventi del sindaco di Cassino Enzo Salera, del presidente della provincia Antonio Pompeo e del presidente del Consiglio regionale Mauro Buschini. «Abbiamo capito tutti quanti - spiega Landini - che la nostra paura non deve essere contro qualcun altro che è in giro per il mondo semplicemente perchè ha il colore della pelle diverso da noi; la nostra paura deve essere se non abbiamo il lavoro. Il lavoro è importante perchè è un elemento che dà identità e che permette non solo di vivere dignitosamente ma che permette di potersi realizzare. Se noi - dice - usiamo in modo intelligente anche una cosa inedita e grave che ci è successa, quella cioè di dover fare i conti con una pandemia, la funzione che il sindacato come il nostro deve avere è quella di rilanciare con forza la questione dell’unità sindacale».

Maurizio Landini con gli esponenti del sindacato e il presidente del Consiglio Barbara Di Rollo durante l'apposizione della targa per i cento anni della Cgil

Unità sindacale, non più un tabù

Quindi il segretario argomenta: «Può apparire anche una forzatura ma vorrei che fosse chiaro: il fatto che dal 1920 al 1948 la Camera del Lavoro era una e la Cgil era una e che il sindacato è diventato confederale - Cgil, Cisl e Uil - per ragioni più politiche che partitiche, banalmente io mi chiedo: quali ragioni politiche o partitiche ci sono che giustificano ancora oggi l'esistenza di diverse organizzazioni sindacali? Le conquiste più importanti in questo Paese sono state fatte quando c’è stata l’unità del mondo del lavoro e se oggi vogliamo combattere la precarietà e far sì che un lavoratore abbia la possibilità di migliorare la sua condizione bisogna che ci sia l’unità sindacale. Che non è la somma di Cgil, Cisl e Uil, ma è qualcosa di più: è il diritto delle persone che lavorano di poter essere uniti».  

E infine, ricordando i cento anni della Cgil a Cassino, la chiosa che fa scattare la standing ovation: «Cento anni fa nasceva la Camera del Lavoro. Cento anni fa non esisteva il diritto di sciopero: scioperare significava essere licenziati, addirittura chi chiedeva aumenti salariali poteva essere portato davanti al tribunale del regno. Lo dico perchè deve essere un insegnamento molto chiaro: se oggi ci sono dei diritti nel lavoro è perchè quelli che non li avevano si sono battuti per ottenerli, non ci ha mai regalato niente nessuno».

Guarda il video di Maurizio Landini a Cassino

https://www.youtube.com/watch?v=KDJ6tAgkDZU&t=73s





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